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Poiché non ho davanti una carriera da intraprendere bensì, alle spalle, un passato sul quale riflettere, scrivo il curriculum in prima persona e in maniera, per così dire, narrativa, rompendo la tradizionale ipocrisia di quanti scrivono la propria scheda biografica in terza persona. Laureato in Lettere classiche all’Università di Pavia, con una tesi sul Piemonte romano (relatore il professor Arturo Stenico) ho inizialmente svolto attività di ricerca in campo archeologico. L’esordio è stato con una borsa di ricerca annuale al Politecnico di Milano riguardante le scienze sussidiarie dell’archeologia e della storia dell’arte. Dopo aver frequentato un laboratorio estivo nell’antica città di Albintimilium (Ventimiglia) coordinato da Nino Lamboglia, direttore dell’Istituto di Studi liguri, dal quale ho appreso il metodo della stratigrafia, ho partecipato alle campagne di scavo della città romana di Libarna (Serravalle Scrivia) sotto la direzione di Silvana Finocchi, compianta soprintendente alle Antichità del Piemonte. La collaborazione con la Soprintendenza è continuata con la schedatura, per il catalogo nazionale, di reperti archeologici provenienti dagli scavi di Derthona (Tortona) e di Alba, oltre che di Libarna.
Il passaggio dall’archeologia al giornalismo è stato lento e travagliato, con le due attività – da metà anni Settanta – svolte per qualche tempo contemporaneamente. Superato l’esame di Stato per diventare giornalista professionista eccomi in redazione, impegnato nello smentire il luogo comune secondo cui «è meglio fare il giornalista che lavorare». Posto fisso e – ai tempi – ottimo stipendio, in realtà ho sempre lavorato moltissimo, occupandomi di politica, beni culturali, cronaca, letteratura, arte, istruzione e ricerca scientifica. Ho ricoperto vari ruoli (redattore, caposervizio, caporedattore, vicedirettore esecutivo) in varie testate: nei quotidiani Gazzetta del Popolo, La Provincia Pavese, Il Sole-24 Ore e nei mensili editi da Giorgio Mondadori Millelibri (con il mitico direttore Alfredo Barberis) Arte e Campus – Il giornale dell’Università, della Ricerca e della Formazione.
Per conto di quest’ultima testata sono stato co-organizzatore, dal 1992 al 1996, degli eventi del Salone dello studente, manifestazione dedicata all’orientamento universitario che si teneva due volte all’anno, in primavera a Milano e in autunno a Roma, ed ho organizzato il primo festival del teatro universitario, Roma 1997. Nel 1997 e 1998, su invito del ministro Luigi Berlinguer, già collaboratore di Campus quando era rettore dell’Università di Siena, ho progettato e diretto la prima newsletter istituzionale di un Ministero, Università & Ricerca, che veniva inviata ogni 15 giorni ai docenti ericercatori universitari attraverso il servizio Postel (anche questo è archeologia). Sull’onda di questa esperienza istituzionale, nel corso della XIV Legislatura sono stato portavoce di Letizia Moratti, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e capo ufficio stampa dello stesso Ministero, per conto del quale ho tra l’altro diretto i periodici Annali dell’Istruzione, Atenei, Università & Ricerca, Istruzione & Formazione. Direttore responsabile del mensile Green. La scienza al servizio dell’uomo e dell’ambiente (una bellissima iniziativa editoriale, purtroppo interrotta, svolta in tandem con la direzione scientifica di Piero Tundo, il numero uno della chimica verde in Italia) ho lavorato, ultimamente, come capo ufficio stampa della Fondazione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa. Marginalmente ho svolto alcune esperienze didattiche: docente a contratto all’Istituto Carlo De Martino per la formazione al giornalismo di Milano, corso di comunicazione pubblica, e all’Università degli studi Ca’ Foscari di Venezia (master in comunicazione scientifica). Nel 2015 ho coordinato e tenuto un corso di giornalismo e di scrittura per i ragazzi della Comunità di San Patrignano.
Per la voce “pubblicazioni”, ecco i titoli di cui sono stato autore, co-autore o curatore: Characterization of Samian Ware sherds by means of neutron activation analysis, (“Archaeometry” 15, 2), L’Oltrepò Pavese, La Lomellina, Il Pavese (a cura mia) per la serie “Chi siamo”; Fotostoria Pavese 1840-1915, con Giovanni Giovannetti; Il vasellame ceramico da mensa e da cucina, in “Libarna”, a cura di Silvana Finocchi; L’Adige rappresentato, in “Etsch-Adige” a cura di Eugenio
Turri; e, per la serie “Storia e storie di Rivoli Veronese, Rivoli 1797: scenari e riflessi di una battaglia (a cura mia); Quando è scopià la Rocca; Forte Rivoli (in collaborazione con Lino Vittorio Bozzetto); Il sangue degli innocenti.
Nonostante l’attività lavorativa mi abbia tenuto per mezzo secolo lontano da Rivoli (le “mie” città sono state Torino, Pavia, Milano, Roma) sono sempre riuscito a mantenere i contatti con il paese dove sono nato nel 1948, la terra che amo, in epoche in cui non si poteva contare sul supporto di telefonini e smartphone. Ho tentato due volte, presentandomi alle elezioni amministrative del 1975 e del 2015, di proporre nuove idee e modelli di sviluppo rispettosi della Costituzione e quindi del “bene comune”. Ma le scelte della maggioranza dei cittadini sono state altre e ho potuto dare soltanto un piccolo contributo come consigliere comunale di minoranza. Questo è il bello della (cosiddetta) democrazia. O meglio, per dirla in altre parole derivate da un motto latino: nessuno è profeta a casa sua.
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