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Ottavio Lorenzini, abitante a Rivoli Veronese dove risiede dal 1983, compie 102 anni il 12 agosto 2024, in perfetta forma e con una memoria di ferro. In questo nuovo video del giornalista Gino Banterla, direttore del portale montebaldo.org, Ottavio visita la casa dove è nato nel 1922, a Dolcè (Verona), e quella dove ha trascorso gli anni dell'infanzia e della giovinezza, a Ceraino, nella cui stazione ferroviaria lavorava il papà come capostazione. Riaffiorano struggenti ricordi: la scuola di musica, dove a 13 anni ha imparato a suonare il clarinetto esibendosi poi con la banda del paese in celebri brani quali "Pierrot in festa", il suo primo lavoro come meccanico di bicilette e moto, la coltivazione degli asparagi a Ceraino, l'attraversamento dell'Adige in barca per andare a trovare la fidanzata Mariuccia a Canale di Rivoli, le riprese nel 1947 del kolossal "Fabiola" diretto da Alessandro Blasetti, nel quale la mamma ha fatto la comparsa nei panni della madre del protagonista, l'attore francese Henry Vidal.
Furono centinaia i giovani e meno giovani del territorio montebaldino che dopo l’8 settembre 1943 vissero l’esperienza dei lavori semi-forzati attraverso il reclutamento da parte dell’Organizzazione TODT (OT, dal nome del ministro degli armamenti tedesco Fritz Todt), che operò dapprima nella Germania nazista, poi nei paesi occupati dalla Wehrmacht. Questa organizzazione operava in collaborazione con i comandi militari della RSI e con le autorità civili, Lo scopo principale era la costruzione di strade, ponti e altre opere di comunicazione ritenuti vitali per le armate naziste.
Ai lavoratori della TODT venne affidata dal comando tedesco di Cavaion la costruzione di un grande vallo anticarro, in previsione dell’arrivo dei carri armati americani. Ultimo testimone di quei giorni frenetici è Elio Mondini, classe 1925, una vita da maestro elementare a Pazzon, dove ancora vive con la moglie Pasqua, 96 anni. L’avventurosa storia di Mondini durante gli anni della guerra meriterebbe un libro: fuggito più volte nel 1944 alla cattura dei tedeschi che lo ritenevano un partigiano, tra Giazza – dove lavorava con il padre alla Forestale – e Vestena, venne infine catturato ma riuscì a liberarsi dai suoi aguzzini durante un bombardamento. Raggiunta Caprino con il trenino arrivò finalmente a Pazzon. Dopo un paio di giorni prese la decisione e aderì al reclutamento di lavoratori della TODT. «Mi presentai a Cavaion e mi diedero pala e piccone affidandomi a una squadra di un centinaio di uomini incaricata di costruire un vallo di sei metri di profondità e largo una quindicina di metri. Partiva nei pressi della Sega, sopra il ponte-canale e doveva arrivare fino a Cavaion. Non destreggiandomi bene con il piccone venni allora trasferito dapprima a lavorare il legno necessario alla copertura dei bunker di protezione dai mitragliamenti aerei nei pressi della tenuta di Nagnano, poi al brillamento delle mine necessarie per frantumare i grandi massi che rinvenivamo durante la costruzione del vallo, che non fu mai concluso. Fu durante questi lavori che corsi il rischio di morire durante il bombardamento di Domegliara del 6 novembre 1944. Che impressione quelle formazioni di cacciabombardieri provenienti da Brescia! Stavo lavorando in coppia con un tedesco, proprio accanto al ponte-canale della Sega, quando un aereo puntò su di noi e sganciò una grossa bomba. Fortunatamente non esplose e andò a conficcarsi nel terreno, altrimenti il canale sarebbe saltato. L’indomani una squadra di quattro o cinque uomini scavò attorno alla bomba, che aveva ancora la sicura, e la fece brillare. Fu quello l’ultimo giorno che lavorai con la TODT».
Ma di lì a poco Mondini corse un’altra brutta avventura. Il giorno di San Martino, 11 novembre, venne sorpreso assieme a uno zio da una pattuglia nazista con il fucile da caccia e arrestato. Da due mesi infatti vigeva l’obbligo di consegnare ai tedeschi tutte le armi, e lui, appassionato di caccia, ne possedeva tre ma ne consegnò soltanto due. Rinchiuso in una cella di sicurezza nella caserma dei carabinieri di Caprino fu liberato grazie alla mediazione della zia Armida, che gestiva l’albergo ristorante “al Sol” dove alloggiavano alcuni ufficiali. Non fu l’ultima volta che ebbe a che fare con i tedeschi. Prima dell’arrivo degli alleati, infatti, si unì in alcune azioni ai partigiani di Caprino nei pressi di Valsecca.
di Adriana Bozzetto
Lago di Garda tra Cisano e Bardolino, 13 giugno 2013, in un video di Adriana Bozzetto. Non si è mai saputo la causa di questa moria di pesci e di questa schiuma arancione. Oggi l'acqua del lago appare più pulita all'occhio, ma sarebbe interessante conoscere dettagliatamente lo stato di salute del lago.
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