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QUESTO IL TESTO INVIATO CON POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA ALLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE DI VERONA, ROVIGO E VICENZA IL 13 SETTEMBRE 2019 DA GINO BANTERLA, ALLORA CONSIGLIERE COMUNALE DI RIVOLI VERONESE.
L’APPELLO NON HA AVUTO ALCUNA RISPOSTA.
Alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio
per le province di Verona, Rovigo Vicenza
Piazza San Fermo 3/a
Verona
All'attenzione del Soprintendente
Dott. Fabrizio Magani
Io sottoscritto, giornalista e consigliere comunale di Rivoli Veronese, segnalo l'assurdo progetto di realizzazione di un ponte "tibetano" ciclabile sull'Adige all'imbocco della Chiusa Veneta, oggetto di un accordo di programma tra i Comuni di Dolcè e di Rivoli. Trasmetto al proposito il testo del mio intervento nella seduta del consiglio comunale di Rivoli del 31 luglio scorso, nel quale evidenzio i motivi della mia assoluta contrarietà al progetto, che provocherebbe effetti devastanti in un'area vincolata; il verbale di approvazione della delibera e l'accordo di programma tra i due Comuni.
Unisco anche due significative fotografie: una illustra gli effetti provocati da una piena dell'Adige dell'ottobre dello scorso anno, dopo l'improvvida realizzazione di una pista ciclabile a ridosso della sponda sinistra dell'Adige nella stessa zona; l'altra documenta gli altrettanto sconsiderati interventi "riparatori" che hanno alterato le caratteristiche geomorfologiche del luogo con il concreto rischio di ulteriori danni ambientali in occasione di prossime piene del fiume. Sono ovviamente a disposizione per eventuali approfondimenti.
Nel chiedere un intervento della Soprintendenza porgo i saluti più cordiali.
Gino Banterla
Questa la motivazione espressa dall’allora consigliere comunale di Rivoli Gino Banterla nella seduta del Consiglio comunale del 31 luglio 2019.
Non approvando l’accordo di programma per la realizzazione del “Progetto di attraversamento del fiume Adige mediante un ponte tibetano” in località Battello di Ceraino del Comune di Dolcè ribadisco con forza la mia contrarietà alla realizzazione di quest’opera, contrarietà già espressa nella seduta del Consiglio comunale del 15 luglio scorso.
L’opera infatti verrebbe ad insistere nel tratto iniziale della Chiusa Veneta, sito di incommensurabile valore paesaggistico e geologico celebrato nei secoli da scrittori e poeti e teatro di grandi eventi storici. Proprio queste motivazioni indussero il legislatore a tutelare questo prezioso bene comune già nel 1953 con Decreto ministeriale del 2 marzo. L’allora presidente della Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Verona, in vista della emanazione di quel decreto, nella seduta del 17 settembre 1952 riteneva “superfluo illustrare ai presenti il valore paesaggistico della zona”.
Sessantasei anni dopo io invece non ritengo superfluo richiamare ai presenti quei valori. Il ponte alla Chiusa rappresenterebbe, comunque si voglia porre la questione, uno sfregio a un bene paesaggistico unico, da preservare nella sua integrità proprio in virtù di questa unicità. La leggerezza e la superficialità con le quali si intende dare il via a questo progetto si riflettono anche nel testo dell’accordo di programma, nel quale non compare alcun riferimento ai vincoli paesaggistici e alla conseguente necessità di tutela. Oltretutto non si capisce in alcun modo come possa la somma di 500.000 euro di contributo garantire la copertura integrale della spesa di realizzazione dell’opera, mancando ancora il progetto.
Pur condividendo che un collegamento tra le due sponde dell’Adige rappresenti una “opera fondamentale e strategica per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio” ripeto quanto già espresso nella seduta del 15 luglio scorso: un’altra soluzione sarebbe stata e sarebbe possibile attraverso un serio studio di fattibilità che valuti altre località di insediamento del manufatto. Facendo appello alla Soprintendenza competente e alle associazioni per la tutela dei beni paesaggistici affinché si oppongano a quest’opera richiamo infine, sempre in riferimento alla Chiusa, quanto già inutilmente espresso con interrogazione urgente al Sindaco del 17 gennaio 2018. I lavori di realizzazione della pista ciclabile sulla sinistra Adige, proprio nel punto dove si intende costruire il ponte, hanno alterato le caratteristiche geomorfologiche del luogo. Il fiume si è “vendicato” durante una piena spazzando via un significativo tratto della strada ciclabile asfaltata. Quel tratto è stato prontamente ricostruito e la sponda sinistra è stata rafforzata con massi che, secondo me, saranno spazzati via alla prossima piena. Tali interventi stanno favorendo fenomeni di erosione anche sulla sponda destra in territorio di Rivoli. Mi chiedo e chiedo alle Autorità competenti se questi lavori siano stati correttamente eseguiti.
Rivoli Veronese, 31 luglio 2019
Consigliere Gino Banterla
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